Articolo tratto dal mensile Rockerilla - dicembre 1998 - di Andrea Dani

DIAFRAMMA Un'estate d'ottobre


"Scenari imaginari" è il nuovo disco di Federico Fiumani. E' ormai quasi un rito, a cadenza biennale, la raccolta dei nuovi brani dei Diaframma. Nulla, o poco, sembra cambiare: Fiumani percorre la sua strada apparentemente lontano e indifferente dai movimenti di tendenza, con la sua personale scrittura, il suo mondo di memorie, autobiografismi velati ma mai negati, un rapporto tutt'altro che facile con il mondo discografico, ma una tenacia che ogni volta gli impedisce di scoraggiarsi e gli consente di trovare la strada per pubblicare, ed accompagnare dal vivo, le sue canzoni. "Scenari imaginari" sarebbe dovuto uscire in agosto, prima un EP, con l'opening track memorabile "Agosto" e poi con l'intero disco per la Cockney: nulla è stato, ed il Cd esce in questi giorni per la Self, che distribuisce e stampa, dopo che la produzione del master è stata curata dallo stesso Fiumani. Il rito dell'intervista non stimola Federico più di tanto, e forse traspare anche un po' di delusione per come le cose sono andate, o, più in generale, per come stanno andando le cose nell'Italia musicale. Un po' di desolante scoraggiamento e, quindi, la nostra personale percezione della riottosità dell'artista a parlare di sè, del proprio disco, dei propri pensieri...
Iniziamo dalle ragioni di un ritardo, il disco era in buona parte pronto per uscire ad agosto, poi l'accordo con la Cockney Music non è andato in porto, ed il disco ha visto la luce con la Self. Quindi "Agosto", che è l'opening track dell'opera, è costretta a vedere la luce, anziché nell'omonimo mese, alle porte dell'inverno...
- Anche "Gennaio" uscì ad aprile, e portò davvero bene. Spero che sia altrettanto fortunato quest'ultimo disco. Alla fine il master è stato prodotto da me, l'ho dato alla Self e loro si occupano della stampa e della distribuzione.

I Diaframma degli ultimi anni hanno attraversato numerose etichette, mai trovando un partner fisso per più di due dischi, dalla Contempo alla Flying, ora alla Self, con un'autoproduzione parziale: segno della grande indipendenza del progetto, della tua scapigliata 'volitività' o sfortuna, o ancora, scarsa maturità del mercato discografico, che ha visto molte label chiudere i battenti?
- Tutte e due e nessuna delle due. E' un caso e, tra l'altro, non è stato sempre così, vedi il caso della collaborazione con la Abraxas.

Come nasce, in quanto tempo, il disco? Procedimenti di composizione...
- Tendenzialmente scrivo quando ho le idee, l'ispirazione, non sono solito prendere appunti lì per lì e poi ritornarci sopra. Mi metto a comporre con le idee abbastanza chiare. Questo disco è un po' la raccolta, secondo me, di tutte le cose che ho scritto, ci sono momenti molto diversi, che possono richiamare varie soluzioni, anche del passato. In sostanza spero che il disco venga ascoltato e che possa, anche solo per una giornata, influire sull'umore, sullo stato d'animo dei miei ascoltatori, in modi vari e molto diversi. C'è un collegamento anche con alcune cose del passato, degli anni ottanta, e ci sono brani come "Agosto", una delle mie preferite in assoluto, scritta di getto, o "Annoiamoci", un brano che invita ad imparare a convivere con la noia, ormai un elemento fortemente presente nella vita di tutti.

Molti brani chiamano in causa la memoria, il passato, vedi "La mia timidezza" o "Qualcuno mi ha amato", e il tutto sembra avvalorato dalle tue foto da bambino che sono presenti in copertina e nel booklet...
- La scelta della copertina è stata un flash che mi è piaciuto e mi ha fatto dire 'mettiamola'. "Scenari immaginari" non è più legato al mio passato personale di altri dischi, racconta di cose che possono essere lette al passato, ma anche nel presente di oggi, cose con cui faccio i conti tutti i giorni.

Come vedi i Diaframma, che ormai 'sono' Federico Fiumani da tempo, in futuro?
- Non lo so, sicuramente, quello che volevo fare era un disco da registrare e da poter suonare dal vivo. Vedere come i brani venivano accolti. Vivo abbastanza giorno per giorno, lasciando da parte i discorsi sul futuro.

Come vedi il tuo pubblico attraverso gli anni, nei concerti? Sembra che il tuo pubblico sia particolarmente giovane...
- Ho modo di conoscere il mio pubblico, e sol parte di esso, durante l'attività dal vivo. Si è notevolmente rinnovato nel corso del tempo, ci sono ragazzi molto giovani, che mi seguono dall'inizio degli anni novanta. In generale la maggior parte è sotto i 25 anni.