Federico Fiumani non è un semplice chitarrista, ma un «artista» in senso lato. La sua intensa attività creativa non si limita, infatti, alla ricerca di nuovi suoni da ottenere pizzicando (e, magari, percuotendo) le corde, ma abbraccia un vasto campo di esperienze che vanno dalla composizione musicale alla stesura di testi per le sue canzoni, di poesie e persino di racconti. Un personaggio eclettico e profondamente sensibile, quindi, la cui maturazione è avvenuta di pari passo con quella dei fiorentini Diaframma, gruppo del quale egli è stato il fondatore nei primissimi anni Ottanta.
Appartenenti ad una «scuola» espressiva attualmente piuttosto seguita su scala nazionale, che prevede l'amalgama di un sound rock (post-punk) di matrice anglosassone con liriche in Italiano i Diaframma sono oggi una delle più stimate e popolari formazioni «nuovo rock» nostrane partiti con molto impegno e scarse cognizioni tecniche, e passati attraverso numerosi mutamenti di «line-up», Federico ed i suoi sempre diversi compagni (adesso Miro Sassolini - voce, Leo Braccini - basso e Sandro Raimondi - batteria) hanno subito un costante processo di crescita che li ha portati ad emergere dalla scena più «sotterranea» ed a presentarsi all'appuntamento con il 1987 prossimo venturo forti di un invidiabile bagaglio di esperienze oltre che di una vena compositivo/interpretativa certo non comune.
Inutile dire che il principale artefice del successo del gruppo e proprio lui, Federico, che ha avuto il grosso merito di «inventare» un suo stile chitarristico, prima elementare e poi più elaborato, basato sull'aggressività e sull'istinto ma anche sull'uso di fraseggi delicati ed ammalianti; un misto di tensione e di estasi insomma, sul quale i Diaframma si sono modellati per evocare suggestioni di sapore crepuscolare e suscitare emozioni a tratti (specie dal vivo) anche brutali.
CHITARRE: Si è soliti parlare di te come di un chitarrista assai originale nel suo approccio con lo strumento, per non dire geniale. Puoi spiegarci in cosa consiste questa tua particolarità?
FIUMANI: Credo che questa mia caratteristica sia dovuta al fatto che io, come uomo e come chitarrista, ho qualcosa da comunicare, e ciò che esprimo è dunque un riflesso della mia personalità. Suonare e comporre, per me, significa mettere a nudo la mia anima, ed è logico - o, almeno penso lo sia - che la mia interiorità non sia uguale a quella di altri. Dal punto di vista strettamente musicale, credo di avere uno stile chitarristico non riconducibile a nessuna scuola o a nessun nome preciso: forse, il fatto di essere completamente autodidatta fin dai primi rudimenti ha influito in questo senso. In ogni caso, il virtuosismo fine a se stesso non mi ha mai interessato, tant'è che i primi dischi che ho realmente ascoltato e che mi hanno impressionato sono stati quelli dei Ramones e dei Sex Pistols. Forse l'unico chitarrista che mi ha davvero colpito e stato ed è tuttora Tom Verlaine... non so quel suo modo di pizzicare le corde, di farle vibrare, di portare la musica verso una tensione sottile che non esplode mai...
CHITARRE: Quali sono state le principali tappe della tua evoluzione?
FIUMANI: Suono la chitarra da circa sette anni, ed in questo lasso di tempo penso di aver parecchio affinato il mio stile; non ho mai suonato assieme ad un altro chitarrista, per cui non ho mai avuto il problema di dover combinare la mia espressività con quella di qualcun altro. Più che come strumentista, in ogni modo, ho cercato di progredire come compositore, visto che nei Diaframma sono titolare di musica e testi: questo mi ha spinto ad ascoltare musica in modo globale, senza limitarmi ad un solo strumento. In generale, direi che fino a «Siberia» componevo in base ai riff di chitarra che più mi piacevano, mentre adesso tendo a costruire i brani secondo progressioni armoniche più ricche e variate.
CHITARRE: Fin dove vorresti spingerti in questa tua evoluzione?
FIUMANI: Spero di riuscire a creare canzoni sempre migliori, fermo restando il fatto che i Diaframma erano - e, sostanzialmente, sono - una «guitar-band». Sono molto contento che : la chitarra stia prepotentemente tornando «di moda»: quando iniziammo, in pieno trip elettronico, avere una «guitar-band» era un po' come oggi avere l'AIDS...
CHITARRE: Di che strumentazione fai uso?
FIUMANI: Ho una Fender Telecaster del '67, è da sempre 1'unica chitarra che possiedo. Ho anche una Telecaster Squire ma spero di rivenderla al più presto, anzi, colgo l'occasione... Sono profondamente legato al suono Fender, ed infatti il mio amplificatore è un Fender Pro Reverb. Per quel che riguarda gli effetti, faccio uso ed abuso di un flanger Electro Harmonix, che non n è un gran che dal punto di vista della tecnologia ma ha quella particolare «rotazione» che nessun altro può vantare; poi, ho e un Ibanez Multieffect con distorsore, equalizzatore, delay e chorus, che utilizzo a seconda dei brani. Come corde ho scelto le Kaman Professional con scanalatura 010. Sono corde che, grazie al rivestimento, non perdono in brillantezza e resistono alle pennate più violente.
CHITARRE: Il futuro dei Diaframma?
FIUMANI: Beh, direi che stiamo progredendo giorno dopo giorno, grazie anche alla sempre maggiore esperienza che acquistiamo attraverso dischi e concerti. Ascoltando le nostre realizzazioni su vinile ci si avverte del fatto che abbiamo gradualmente modificato i nostri intendimenti sonori, trasformando il «post-punk» cupo ed aggressivo dei primi lavori in un sound più particolare, maturo e soprattutto godibile. «Siberia», il nostro primo LP, ha sintetizzato un processo di «alleggerimento» - ma, attenzione, non di «commercializzazione» che è proseguito nel 12"EP di «Amsterdam» e nel singolo «io ho in mente te», al momento la nostra ultima produzione. Per accorgersi di come i Diaframma sono cresciuti, comunque, bisognerà attendere il nostro secondo album, previsto per l'autunno.
Federico Fiumani è, ovviamente, presente in tutta la nutrita discografia dei
Diaframma che (escludendo le partecipazioni a «compilations») comprende: il
singolo «Pioggia» (Italian, 1981), il 12"EP «Altrove» (Contempo, 1982), l'album
«Siberia» (IRA 1984), il 12"EP «Amsterdam», il cui lato A è realizzato assieme
ai Litfiba (IRA, 1985) ed il singolo «Io ho in mente te» (IRA, 1986).