Siamo gia' qui nel vivo, ci accendiamo una sigaretta.. [omissis], possiamo fare due chiacchere?
Si.
Vieni da Firenze? Direttamente, oggi? Proprio in giornata?
Si, si, si.
Hai viaggiato in macchina?
Abbiamo viaggiato in macchina, un viaggio molto tranquillo e siamo qua...aspettiamo...
Il concerto?
...chi fa il nostro mestiere....
Quanti anni e' che viaggi, musica, tour...
Eh, penso vent'anni.. il concerto di stasera, siccome sono usciti le ristampe dei nostri primi due album "Siberia" e "tre volte lacrime", e' incentrato esclusivamente sui pezzi anni ottanta, faremo soltanto i pezzi quelli vecchi, che di solito dal vivo non abbiamo mai fatto in questi anno novanta, diciamo, una ripresa, un ripescaggio di tutto il materiale vecchio che speriamo.... forse anche molti ragazzi giovani qua, non li hanno neppure mai sentiti, quanto meno non ce le hanno mai sentite suonare dal vivo, quindi mi fa molto piacere farlo a Roma, finora abbiamo fatto cinque concerti, con questa, diciamo, formazione qua, con questo proposito, con questa scaletta. Abbiamo suonato a Milano, Brescia, Forli', Firenze e poi non mi ricordo, e , insomma, e' andata abbastanza bene, quindi Roma era una tappa, direi, fondamentale per questo...
L'impressione, cosi', a caldo, sul Qube, cosa te ne sembra come ambiente, come locale?
Bah, posso soltanto dire che mi piace, e' un bel colpo d'occhio, il palco e' molto alto, ha un bel colpo d'occhio...e' una bella sensazione, mi ricorda un po' un locale nel quale suonavamo negli anni ottanta che si chiamava Big Club, a Torino. Me lo ricordo abbastanza, ed era una bella sensazione suonare la', speriamo che stasera si confermi.
Senti, ho sentito qualcuno che diceva che sei un poeta, come si combina la poesia con la musica, con il rock, con la vostra musica?
Premesso che il termine poesia e' un termine molto vago e complesso, probabilmente se uno ha un concetto di poesia alta, cioe' Leopardi, Foscolo, questa poesia alta abita poco la musica, proprio per un problema oggettivo, una canzone vive di parole e di musica e sono inscindibili. Poi, va be', un testo lo puoi anche leggere e anche apprezzare, pero' un testo musicale non nasce come una poesia, ha un altro fine: quello di comunicare con la musica, delle emozioni e delle sensazioni. Quindi ha proprio una natura diversa, rispetto alla poesia sul foglio che si presta ad un altro uso, ad un altro tipo di godimento. E' un po' un concetto ambiguo dire "la poesia nella musica": essenzialmente sono testi di canzoni, poi possono essere piu' o meno belli... a me piacciono molto gli autori di canzoni, pero' ecco, magari e' difficile poter definire quello che e' musica, che' sia una poesia... Perche' ha proprio stili diversi, esigenze diverse...
E' difficile combinare la musica con le parole?
No, per me e' facilissimo, mi viene assolutamente naturale, non e' difficile... se e' un processo onesto e spontaneo, se c'e' l'ispirazione....
Che nasce contemporaneamente...
A volte si, a volte in parte. Poi ci lavori sopra da artigiano, con un po' di esperienza, con un po' di tecnica che ti fai con gli anni, pero'... quando c'e' l'ispirazione , e' un bisogno necessario quello di comporre...
Qual'e' una sintesi di riferimento tra parole e musica nella musica italiana che secondo te non puo' essere ignorata, un modello?
Modelli... bah.. io personalmente non e' che seguo qualcuno in particolare...
Non so, De Andre', potrebbe essere un modello?
Infatti ci stavo arrivando. A me piacciono moltissimo certi cantautori, la grande canzone d'autore come Fabrizio De Andre', De Gregori, Paolo Conte, Lucio Dalla degli anni settanta sono i miei preferiti. Pero' non credo di rifarmi a loro. Mi piacciono molto, mi piacciono molto...
[omissis] I Diaframma sono sempre stati un gruppo culto, questo penso che tu lo sappia. Il tuo personaggio e' un personaggio molto forte. Hai dei fans scatenati, ho visto delle scene in passato [intervistatore sogghigna], ad un certo punto della carriera dei Diaframma, hai avuto la possibilita' di vendere o svendere il marchio "diaframma" come penso sia successo, c'e' stato un momento....
Si, si.. potevamo svoltare... diciamo, dal punto di vista commerciale.
E non lo avete fatto...
Un paio di volte, un paio di volte, in modo abbastanza clamoroso, in modo abbastanza evidente: con la IRA alla fine degli anni ottanta, e poi con la Ricordi, negli anni novanta quando mi proposero di andare a Sanremo. Pero' io decisi di non andarci, in quanto penso che per me in questo mestiere quello che conta e' divertirsi, cioe' io questo mestiere lo voglio fare solo se mi diverto a farlo. E l'aria sanremese e' proprio per me un'aria irrespirabile, ero impossibilitato a potermi pensare in quella veste li'. Quindi ho preferito un altro circuito, "underground", che comunque mi da' soddisfazione, mi diverte, e quindi va bene cosi', ecco. Anche l'aver lasciato perdere certe opportunita' commerciali, non me ne sono mai pentito, insomma.
Quindi se te lo riproponessero adesso resteresti della stessa opinione, cioe' diresti no una seconda volta?
Si, si. A Sanremo sicuramente. Certo.
Quanto conta nella carriere di un musicista la coerenza con se stessi, con le proprie idee?
Per me e' fondamentale, proprio perche' mi ricollego al discorso che dicevo prima, cioe' nel senso che per me e' importante divertirsi, fare qualcosa in cui credi, e che non ti costi fatica fare. Se questo mestiere lo devi fare con uno spirito impiegatizio, preferisco fare l'impiegato e avere un tempo libero per dedicarmi ad altre cose. Pero' se devo pensarmi in musica, mi piace proprio il concetto di divertimento, di farlo cosi'.
Qualche anticipazione sulla scaletta che proporrete questa sera?
Tutta pezzi anni ottanta, e' tutto incentrato sui primi tre album, e quindi una scaletta "sui generis" per noi; pero' era il momento giusto anche di riaprire e nel contempo anche chiudere un capitolo molto importante per noi che sono stati gli anni ottanta.
Fondamentali per voi....
E' anche un modo per fare qualcosa di diverso e anche per far ascoltare a chi magari ci ha conosciuto dopo quali sono state le nostre origini, le nostre radici.
[omissis] Io ricordo nell'ottantotto un album che si chiamava "Boxe"...
Si, faremo quattro o cinque canzoni anche da quell'album la'... e' stato un bel disco..
Un consiglio che daresti ad un giovane musicista che sta iniziando ora.. ,oltre ai grandi gruppi, noi proponiamo tutti i giovedi' almeno cinque band emergenti, che e' una cosa abbastanza importante, in quanto non e' facile al giorno d'oggi trovare un locale che non si faccia pagare per suonare, dove non ci sia la consumazione obbligatoria, dove non ci sia il biglietto...
Certamente, tutto comincia cosi'. L'abbiamo fatto anche noi tanti anni fa a Firenze lo stesso discorso: gestivamo un locale che si chiamava Rockoteca Brighton dove abbiamo esordito noi, dove hanno esordito i Litfiba, dove hanno esordito i Neon. da li' e' nata una scena. L'augurio e' che mi sento di fare e' che questa situazione che stare gestendo possa evolversi, magari anche per i giovani musicisti che sia un'opportunita' importante.
Anche perche' questa manifestazione e' nata soprattutto per i giovani musicisti arricchita e integrata con concerti di un certo livello... anche per cogliere l'attenzione delle gente che si muove un po' di qua e un po' di la', ed ha modo di vedere te e anche gruppi che suonano...
Alla grande...ci mancherebbe, certo. Abbiamo cominciato cosi' tutti.
...non mollate, non mollate mai.