IL GIORNALE PIEGATO A CASO
Il giornale piegato a caso
è ancora sul tavolo.
Dalle sue pagine
la vita fuoriesce ovunque
e mi rende difficile pensare
che per me sia diverso
da tutti gli altri.
Il nastro continua a girare,
forse a vuoto.
STANZA D'ESTATE
Fuori il giorno
è di nuovo in piedi
perché luce e polvere
entrano dalle fessure.
Adesso o per sempre
non vorrei più lasciare il letto
perché ovunque mi giri
mi sembra di ritrovarti.
Il silenzio stride
con centinaia di mosche,
coi vestiti lasciati per terra
e la carne del bosco respira
il tenue profumo di una stanza d'estate.
FANTASMI
Quando le speranze volano lontane
in un pomeriggio dolce e monotono
ciò che resta sono schegge
e fantasmi.
Fantasmi che io stesso ho creato
da sempre,
per staccarmi dal reale
attaccato alle viscere.
Presto ritornano
e sono sempre più nitidi.
A volte mi fermo a contarli
a spiarne la perfezione
e i loro volti.
LANTERNA CIECA
Il giorno spara la sua luce
nei guizzi lenti
di una lanterna cieca
e l'estate ancora non muore,
lei non è più stanca di me.
Presto esisterò migliore
imparando a guardarmi attorno
lasciando indietro il resto.
Perché ogni attimo
chiede solo di essere vissuto.
E l'estate ancora non muore,
lei non è più stanca di me.
A RITROSO
Cercando tra i vecchi libri
il tempo scorre a ritroso
forse più veloce ancora
dei mucchi di carta
che ho gettato via.
Anche il cuore è uno scarto.
ANCORA PER UN ATTIMO
Ancora per un attimo
mi scopro a terra.
Tutte le mie finte
erano soltanto
per nascondere a me stesso
una solitudine silenziosa
che mi ricorda l'oceano.
Ed è difficile dormire
quando ti sogno ad occhi aperti
con in mente una canzone
che dice "il letto è grande senza di te".
Un'altra sigaretta brilla al buio.
TEMPO
Per quanto tempo
sono rimasto qui dentro
e chiudendomi a chiave
non ho pensato a niente,
nemmeno a reagire.
Oggi forse è lo stesso giorno
di un anno fa
quando ho smesso di uscire
per guardare l'esterno
soltanto da una finestra malandata
e le strade restano come sempre.
Meravigliose.
NUVOLE
Le nuvole viste dal basso
assomigliano al mare in tempesta
ma i profili sono calmi
e non urlano
quando picchiano agli scogli.
Il loro silenzio era già da tempo
dentro di me
quando pensavo bastasse un salto
per camminarci sopra
e poter riscoprire il sole.
FERITO
Ferito.
Senza una precisa ragione,
affidandomi a calcoli sbagliati
o forse al caso
sono di nuovo ferito.
Dovrò chiudere il giubbotto
fino all'ultimo bottone
e nascondermi.
Lasciare d'ora in poi
che siano gli altri
a scannarsi a vicenda
senza una precisa ragione
aspettando il momento
in cui mi sentirò di nuovo al sicuro.
Ferito.
GRAFICO DEPOSIT
A volte mi chiedo
se esiste davvero
un'esistenza che sia
parallela a questa
quando il tempo sprecato
è una città senza sfondo
che ci divide.
Ma ho veramente vissuto
in questa notte?
Ricordo soltanto i suoi occhi
che per un attimo
hanno incrociato i miei
cercando il contatto
ritrovato e nascosto.
OGGETTI
Guarda adesso
come la calma
ha fatto presto a ritornare
e a riappropriarsi
degli oggetti
che fino a ieri
sembrava fossero vivi e parlassero.
Guarda adesso
com'è di nuovo ordinata e noiosa
la vita,
senza la gioia
di una battaglia già persa.
SENSO DI COLPA
Quando dici che non è niente
si apre qualcosa dentro di me
che mi lascia in ginocchio
a pensare a quale sia il momento
in cui smetto di pensare
e agisco.
Ho bisogno di grandi braccia
che stringano la mia testa
grandi braccia
al di sopra di ogni mio gesto.
QUANDO LA MOGLIE È IN VACANZA
L'estate in città
è forse la cosa più bella
che esista al mondo.
Riscopro il volto delle strade
e il silenzio maestoso
del cemento infuocato.
Le case hanno di nuovo
geometrie precise
e vetri rotti per caso
con sassi scagliati
da un bambino distratto.
ENVECELADO
Lascia che ti nasconda
un segreto fragile,
una piccola pioggia
che cade lentamente
dentro di me.
Quando tu non ti accorgi
di una smorfia scomposta
io celo col corpo
il mio disagio
e la paura che tu lo scopra.
VUOTO
Oggi è domenica
ed è un giorno vuoto
come la mia casa.
Io mi inganno e mi ripeto
con sempre le solite cose
e i soliti gesti,
il televisore si accende
e si spenge ogni minuto.
Ho letto tutto quello che potevo,
pensato a tutto quello
che avevo da pensare.
Ho creduto in tutto
quello che dovevo credere
e il malessere è sempre qui,
al centro della mia testa.
LA STESSA COSA
Fuori era estate
ma questa casa come per incanto
conservava qualcosa
che la rendeva gelida.
Aprendo le imposte
era bellissimo socprire
che la mia vita
e la mia faccia
erano di nuovo la stessa cosa
e che presto
tutto sarebbe ricresciuto
con un senso di forza.
STANOTTE
Stanotte ti ho sognato
e un altro mondo
per inerzia rivive.
In due occhi chiusi.
Potevo dimenticarmi tutto
e restare lì dentro per sempre
per sentirmi prigioniero
ma finalmente me stesso
perchè soltanto io non esisto
in un mondo perfetto.
RINCORSA
È strano riempire questi giorni
di mille situazioni nuove
soltanto per accorgersi
che non si ha nessuno
a cui raccontarle.
E chissà dove porta questa rincorsa,
qual'è stato il momento in cui
questo affanno di pensieri
è cominciato,
uno dopo l'altro
e sempre un altro ancora
senza sapere quale sia l'ultimo.
NON MORIRE
Non morire.
Non lasciare che la vita
sia divisa, scandita o negata.
Stanotte le porte
sono rimaste aperte
e grandi topi
sono arrivati fino al mio letto.
Sentivo le loro unghie
graffiare le coperte
dove contorni precisi
aspettano una nuova fine.
Non morire.
IL NULLA
Ho voltato la testa
verso il muro.
La finestra è vicina
e come a incastro
i pensieri si accoppiano
a qualunque cosa
con uno schema rigido
quasi matematico.
È la forza di ciò che resta,
il nulla,
che non capisco sino in fondo,
che mi affascina.
UNA NUOVA MOSSA
Di nuovo indifferente.
La mia figura forse stona
rispetto al quieto ordine
di questa stanza.
Sperando che nessuno mi guardi
cerco una nuova mossa
per le mie braccia
e un ordine che mi rispetti,
che non mi ferisca
prima di ricominciare.
STRAGE
Cammino a vuoto
e mi guardo allo specchio.
Gli occhi sono larghe fessure
che perdono significato,
tra poco tempo
sarà la stanchezza
a dare un senso
ai primi capelli bianchi.
Ho ventiquattro anni
e vedo la gente morire
per mano di altra gente,
ad ogni strage,
ad ogni speranza calpestata
come se niente fosse.
RICORDI
La tua voglia era legggera
e limpida come l'acqua
che sgorga sotto la mano.
Non si fermava
di fronte a niente
che fosse stato già fatto
prima di lei.
La mia passione
mi copriva di ricordi,
forse di oppressioni
rimaste prigioniere
fra le reti di un passato
che credevo più lontano.
Scavava dentro ai fili
delle mie ossa.
SBARRE
Se ancora sarò io
a negarmi qualcosa,
a far sì che il tempo
sconfigga per sempre
l'immensa forza di una speranza,
tutto si ingiallirà di nuovo
e si ammalerà di nostalgia
per le sbarre che ho alzato,
che mi separano dal resto.
TRANSFERT
Il tempo morde
e non mi risparmia.
Quando devo nascondermi
diventa facile pensare
a una vita segreta
da dedicare a me stesso,
senza il bisogno nevrotico
di doverla dividere
con qualcun altro.
Ciò che mi tiene in vita
sono i giorni che non arrivano.
ALBA
Sono le cinque di mattina
ancora per un'estate
e i miei passi assonnati
riempono il vuoto
di un silenzio maestoso.
Cerco da qualche parte
qualcosa di freddo.
Gli uccelli cantano
a un cielo striato
come un'enorme macchia di crema
gettata sul muro.
I loro suoni sono chiari,
quelli dell'alba ovattati,
e sempre più lontani.
VECCHIO CAPPOTTO
La stanchezza arriva all'improvviso
cade sulle mie spalle
come un vecchio cappotto
lasciato distrattamente
in un armadio polveroso.
Dopo essermi arrampicato
su infinite rampe di scale
ascolto il pianto di un bimbo
che cerca i genitori
e schiaccia il viso sul portone.
Presto smetterà
quando si sarà accorto di me.
Quando mi vedrà seduto in un angolo
con lo sguardo impaurito
di chi ha tutto contro.
Accarezzo il mio labbro
con una sigaretta spenta,
aspetto soltanto che lui si addormenti
e mi accorgo ancora
che tutto è finito.
CONTROCORRENTE
Troppe cose adesso
scorrono controcorrente
e i ricordi hanno una luce
che lentamente acceca.
La pace tanto agognata
è soltanto una coperta stesa
su un passato ancora vivo
su una violenza troppo profonda.
DI NUOVO ALLA LUCE
Il delicato rumore
di due piedi scalzi
che misurano senza fretta
le pareti della mia stanza,
è diventato il ricordo più caro
che io possa desiderare.
Sfogliando pagine invecchiate
ho gettato le foglie
che si offrivano di nuovo alla luce
e ti ho guardato camminare
in un silenzio eterno.
Nella penombra
assomigli a un gatto annoiato
che si trasicna da tempo
fra la polvere dei miei libri.
DISORDINE
Presto dovrò cominciare
a riordinare la casa,
i piatti ammassati
sono una linea sporca
senza capo né coda.
La confusione per terra
regna sovrana
e scopro ridendo
che in cima ai muri
i ragni hanno costruito
nuove case
più ordinate di questa.
Chissà se a loro
costa tanta fatica andarsene
e farne un'altra
ad ogni colpo di scopa.
GIORNO
Il giorno mi ha chiamato.
Alzandomi di scatto
mi sono chiesto
che senso avesse affrettarsi
quando non si ha niente
di preciso da fare.
Soltanto gli oggetti inanimati
hanno una lunga vita
che pesa come il piombo
sulle nostre teste.
RIFUGIO
Quando il sole si specchiava
sui nodi delle radici
e il nostro rifugio era perfetto,
io mi gettavo me stesso
sempre più avanti
cercando ovunque
qualcosa che non si spezzasse.
A me restavano le parole non dette
i patti rispettati fino in fondo.
A te la gioia di una vita nuova
per cento anni da riempire di sogni.
IN SUPERFICE
Restiamo in superfice
ormai non ha più senso affondare
perché gli occhi restano lontani
e i sentimenti non vanno
dove pensavo andassero.
Nessuno è mai entrato
nella mia testa
e forse è la cosa migliore
che potesse accadere.
Abbandona il solito vestito
che come una divisa annoia
perché ogni cosa ha un colore diverso
e non uno soltanto.
L'INVERNO SCORSO
Le mattine dell'inverno scorso
erano lunghe e silenziose.
mi ricordo che appena sveglio
guardavo dalla finestra
le auto grige e imbottigliate
e non c'era niente davvero
che andasse la pena
fissare per più di un minuto
se non le infinite gocce di pioggia
che ad una ad una
imperlavano i vetri.
Ed io ero felice
Pensando che si sarebbero unite
per diventare ghiaccio,
per spaccare qualsiasi cosa.
VOLTANDO PAGINA
Il fumo e l'aria
erano la stessa cosa
in quella vecchia biblioteca
ricoperta di polvere.
Tu resti vicina e lontana
quando fingo di leggere
e con la coda dell'occhio
continuo a guardarti.
Yoltare pagina
è una vecchia abitudine,
un modo come un altro
per pensare ai tuoi segreti
ammucchiati sul tavolo.
ACQUA
Io amo l'acqua
perché nella sua limpidezza
non ne vedrò mai il fondo.
Stanotte ho distrutto me stesso
mi sono guardato intorno
e non ho avuto paura.
Lei mi aspettava poco lontano,
sentivo che entrandoci
sarei stato al sicuro.
Un giorno ci tornerò per sempre
prima di rinascere.
AL CENTRO
l'inizio del giorno
ha salutato di nuovo
la gente che non si guarda
più in faccia
e si incammina lenta
ai lati opposti dei viali.
Io devo camminare al centro
pensando a tutto il freddo passato
e a quanto ne vomita ancora
il rigore di questo inverno.
Io devo camminare al centro
cercando un amico,
verso le cose di sempre
che non mi hanno tradito.
FRAGILE
Le persone che capiscono
si siedono in disparte
e guardano il mondo
distruggersi da solo.
Tutte le battaglie
che non riesco a vincere
sono contro me stesso
contro un fragile equilibrio
che non è spezzato.
E mi oltrepassa.
LOSANNA
A Losanna le strade sono terse,
lunghe arterie sfiancate
piene solo di cemento e fabbriche.
A Losanna sarà sempre inverno
ed io sono in una casa sporca
dove nessuno sa la mia lingua
aspetto con ansia il mio momento
per poter tornare presto a casa
come se fossi un sicario
mandato da qualcuno.
Il mattino dopo
gli altri sono pronti per partire
e hanno parole
soltanto per il freddo,
per il viaggio che ci aspetta.
La febbre è tra la pelle e i vestiti.
ATTESA
La mia attesa finisce in fretta
come una riga chiara
che divide il soffitto
e l'amore è soltanto un bacio distratto,
un varco che si apre
dentro la mia testa.
La volontà più grande
è quella di restare
e di arrendermi
per qualcosa che mi appartiene
anche quando il tempo mi insegue
e mi chiede altro tempo.