17 maggio 2002
Teatro Verdi di Fiorenzuola d'Adda (Pc)


Recensione del concerto dei Diaframma del 17 maggio 2002 al ridotto del Teatro Verdi di Fiorenzuola d'Arda (Pc) pubblicato sul quotidiano "Libertà" di Piacenza lunedì 20 maggio 2002.
L'autore è Emiliano Raffo.



Gli anni '80: difficile trovare una decade più equivoca ed equivocata. Chi promuove in questi giorni un dozzinale revival ottantista prova un'inspiegabile nostalgia per la pianola di Sandy Marton e per la vanziniana abbronzatura di Den Harrow. E piovono le critiche: erano anni superficiali, di plastica, il trionfo del fumo (e dei lustrini) sull'arrosto domenicale. Peccato che 20 anni fa nascessero anche i vari Elvis Costello, Francis Black e Morrissey (per rimanere in campo rock) il metal vivesse un'epoca d'oro senza pari (glam trash), il reggae entrasse definitavamente nelle case dei bianchi e che la rivoluzione house di Chicago risalga al 1985; e stiamo volutamente dimenticando tanti altri rivoli artistici di grande interesse. In Italia c'era anche Federico Fiumani con i suoi Diaframma, compagno di underground dei Litfiba nei tempi della storica etichetta IRA (l'etichetta presso la quale mossero i primi passi). Il Ridotto del Verdi di Fiorenzuola ha messo a segno un piccolo grande colpo (grazie anche all'associazione Acme) dando asilo a Fiumani e alla sua "confidenziale" chitarra elettrica. Diciamo immediatamente e senza alcun tentennamento che il concerto è stato un clamoroso successo; chi amava già l'eccentrico artista ha potuto godere appieno del suo beniamino mentre chi lo scopriva per la prima volta non ha potuto evitare di chiedersi perchè l'Italia spesso rende la vita difficile ai suoi talenti più visionari. La sequela di classici "alternativi", cui il pubblico ha assistito con sbalorditiva devozione, inizia con "Blu Petrolio" e "Boxe" (dall'album Boxe del 1988) e prosegue con "Caldo" (dallo stesso Boxe). "L'autostrada è una serpe che striscia": l'estate di Fiumani è viziosa e claustrofobica; come i suoi amori tormentati che con "Vamos a la playa" dei Righeira (sono questi gli anni '80 che ci stanno propinando) condividono solo gli anni di pubblicazione dei dischi. "Oceano " (da Tre volte lacrime del 1986) è pop snaturato e irrequieto ("C'è un oceano che esplode nella mia testa"), mentre "Diamante grezzo", "Un Temporale in Campagna" (pezzo cardine delle esibizioni live dei Diaframma) e "Tre volte lacrime" (dal secondo e ultimo album dei Diaframma per l'IRA)) sono un tuffo al cuore di ricordi e plumbee nostalgie. Fiumani ricorda, ma solo a tratti, il Verlaine più melodico e il Mike Scott di This is the sea, ma il talento è tutto suo: scorbutico, nervoso e melodico. E' il rock privato dei suoi orpelli, quello che emoziona profondamente perchè è genuinamente senza tempo. Il concerto si chiude con "Gennaio" (dall'omonimo EP solista di Fiumani) cinica e violenta perla "dimenticata" in un mare di piccoli inni underground. Ciò che colpisce è come questa musica fosse originale quasi 20 anni fa (l'esordio dei Diaframma è del 1984) e rimane originale ora , lontana miglia e miglia dal trad-rock di Ligabue e compagni. Magnetismo puro, sospeso fra quella che un tempo poteva essere new-wave o art-rock. Ma contano poco le etichette (oggi si parlerebbe di pop esistenziale) quando è la cifra artistica di certi autori che resiste ai cicli modaioli e ai revival, quelli sì, di plastica pura.