[il seguente documento è un
estratto dai fascicoli della questura di Milano, sezione UIGOS-Polizia
politica; fin ora questi atti erano secretati]
Per molti lui è solo il misterioso spilungone cui appartiene il braccio
sempre alzato che immancabilmente compare minaccioso ad altezza microfono in
molte occasioni dal vivo ed in quasi tutte le riprese video di concerti dei
diaframma; per altri lui è solo quel tipo che si aggira per i rock-club
italiani underground indossando una magliettina con la scritta "Absolut".
Il suo nome in codice è "Pogaeta", nomignolo guadagnato sui campi
di battaglia; ma noi conosciamo la sua reale identità, e sappiamo che
dobbiamo guardarci bene da lui.
ANDREA GILARDI milanese domiciliato a Torino per motivi di lavoro, meglio
noto come GORAETA, è forse l'unico che davvero non c'entra nulla con
la Diaframmamailinglist.
Primo perché la sua presunta passione smodata per il gruppo fiorentino è
frutto di un banale equivoco. Non tutti sanno, infatti, che la sua
proverbiale esuberanza ai concerti e il suo famoso vezzo di cantare a
memoria indifferentemente tutti i brani della produzione fiumaniana da
"Amsterdam" a "Piccola ladra" (o meglio di urlare, con
atteggiamenti tipici da ultrà quando inneggia alla propria squadra) non
nasce da una passione autentica verso tale musica, bensì essa è
l'effetto indesiderato e purtroppo ancora incurabile di una rara sindrome
(detta "goraetismo") che impone a chi ne soffre suo malgrado
appunto il riflesso condizionato di recitare a memoria -meglio se col
braccio alzato- tutti i testi dopo l'ascolto anche di solo poche note del
repertorio diaframmaro.
Secondo perché la sua presenza appassionata in lista e la sua
partecipazione alle attività sociali dei listari è solo un becero
tentativo di creare una solida copertura alla sua attività di terrorista
dell'Eta [Il nick-name "Goraeta" è proprio un riferimento al
motto del partito rivoluzionario indipendentista basco Herri Batasuna (o
qualcosa del genere)]; attraverso una falsa affabilità nei modi e con la
sua doppiogiochista disponibilità nei nostri confronti, infatti, è
riuscito col tempo a crearsi una apparente
credibilità di bravo ragazzo neosensibilista grazie alla quale c'è chi
sarebbe pronto -tra noi- a tagliarsi una mano in suo favore se fosse
necessario non sapendo che così non farebbe altro che prestare il
fianco alle trame dell'eversione internazionale.
Infine perché è evidente che uno come lui, tra i più dediti e promettenti
giovani manager italiani (attualmente alla direzione di un grosso tour
operator internazionale), non possa avere niente a che fare con le forme e
le sostanze del Punk; eppure -anche qui solo a causa di una meschina
operazione di infiltraggio- molti di noi lo considerano un vero e proprio
riferimento nelle pogate sottopalco. Certo, gli aneddoti che lo vedono
protagonista sembrerebbero confermare tale apparenza: come le varie volte in
cui FF in persona ha dovuto invitarlo alla calma, come le volte in cui il
suo subdolo scatenarsi ai concerti dei diaframma ha provocato il
danneggiamento di vari rock-club italiani (in termini di pezzi di palco,
aste di microfoni e quant'altro), come le volte in cui in vario modo abbiamo
avuto occasione di assaggiare i suoi gomiti nei denti.
E' per questo che ormai abbiamo imparato a non fidarci di lui. Ormai abbiamo
svelato il mistero dei suoi lunghi periodi di assenza nello scambio dei
messaggi e delle sue sospette riapparizioni guarda caso proprio subito dopo
qualche attentato dinamitardo nei Paesi Baschi; ormai abbiamo capito che
quando lui mette a disposizione i suoi mezzi per trasferte diaframmatiche è
solo per secondi fini; ormai ci siamo rassegnati a lasciargli l'ambito posto
in prima fila a 10cm dal monitor di Fiumani, ma solo per paura delle
terribili ripercussioni che potremmo subire.
Ed è solo per questo, perché in fondo in fondo siamo come lui, che
continuiamo a volergli bene.
-M MARCUCCIO all' internazionalismo comunista, ENRICO BOIL alla teoretica
indipendentista, LAURA CALVELLO alla militanza anarchica-
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